PONTECOSI

Garfagnana

Pontecosi è una delle sei frazioni del comune di Pieve Fosciana, da cui dista 1,71 km. Sorge a 321 m s.l.m. sulle rive dell'omonimo lago ed è situata in Garfagnana, nella parte nord della Toscana, in provincia di Lucca. Vi risiedono 400 abitanti. Nella storia del borgo il ponte, edificato durante il periodo romano e molte volte rimaneggiato, ha svolto un'importante funzione economica in quanto posto sulla via Romana Clodia Nova, un'importante via di comunicazione per i commerci con il resto della Valle. Pontecosi è nominato per la prima volta in un documento datato 29 aprile 954, nel quale il vescovo di Lucca Cunerado concesse dei beni al Visconte Fraolmo III dei Corvaresi, antica e potente famiglia longobarda. In periodo medioevale Pontecosi era un castello su cui avevano diritti i Gherardini la cui potenza risiedeva nel possesso del castello delle Verrucole. Sicuramente dalla piccola roccaforte di Pontecosi, incombente sul corso del Serchio, gli stessi controllavano il passaggio di uomini, merci e animali, esigendo tasse di pedaggio. Pontecosi decadde alla fine del XIII secolo quando la Garfagnana venne conquistata dalla città di Lucca. Il feudo dei Gherardini lottò a lungo ma alla fine del XIII secolo cadde sotto il dominio dei lucchesi e nel XV secolo divenne parte della Vicaria estense di Castelnuovo Garfagnana. Durante la prima metà del Novecento i grandi cambiamenti del paese sono dovuti all'arrivo della ferrovia Lucca-Aulla, alla costruzione del ponte, al forte terremoto del 1920 e alla realizzazione della diga per la centrale idroelettrica. Il periodo sicuramente più duro per Pontecosi fu quello durante la seconda guerra mondiale, quando si stabilì in paese un piccolo presidio tedesco. I primi bombardamenti del 1944 risparmiarono Pontecosi concentrandosi su Castelnuovo Garfagnana. La diga e la centrale idroelettrica rappresentavano comunque un obiettivo sensibile e negli ultimi giorni del 1944 i tedeschi si trasferirono in un edificio sotto il ponte della ferrovia ritenuto più sicuro. La mattina del 28 dicembre, verso le nove, alcuni aerei americani sorvolarono il paese e iniziarono a sganciare le prime bombe. Venne colpita una casa e quasi tutti i suoi abitanti morirono: Raimondo Guidi, marmista di trentotto anni, i figli Michele, Francesco, Maria Grazia e Pietro (rispettivamente di dieci, nove, tre e un anno di età), la madre Diomira Bertucci, di sessantadue anni, e due zie, Eufemia Guidi e suor Maria Angelina Genoveffa Guidi. Si salvò solamente la moglie di Guidi, Melania Ceccardi, che, ferita, venne estratta dalle macerie e salvata dai soldati tedeschi nel frattempo accorsi. Nel corso dell'incursione morirono anche Nemesio Giusti, trentotto anni, Cleofe Bonini, settantanove anni e Guglielmo Favali, quarantadue anni, madre e figlio. Un secondo raid aereo ebbe luogo nel primo pomeriggio. Stavolta venne colpito il mulino vicino alla centrale. Morirono tre donne, Amerisa Tovani, Ada Grassi in Tovani e Amina Guidi in Marchi. Pontecosi pagò un bilancio pesantissimo di vite umane con quattordici vittime civili in un solo giorno; inoltre molte case vennero seriamente danneggiate con il conseguente sfollamento degli abitanti verso luoghi ritenuti più sicuri.

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